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Quando dire addio in una relazione

quando-dire-addioCostruire una relazione di coppia in grado di esprimere i fattori principali di un amore felice e persistente al giorno d’oggi sembra più un’utopia che una possibilità. In effetti la statistica ci dice che tali coppie sono una rarità e rappresentano appena l’uno per cento.
Ma si tratta di un dato che ha ben poca rilevanza quando si prendono in analisi i singoli casi perché ogni storia d’amore rappresenta un caso a sé stante.

A tale proposito, lo scrittore Lev Tolstoj dà inizio al suo romanzo Anna Karenina con questa frase: “Tutte le famiglie felici sono simili tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.

Numerosi eventi della vita, situazioni e accadimenti possono distruggere anche l’amore più felice: malattie, disgrazie, lutti, problematiche professionali, lavorative ed economiche, intrusioni delle famiglie di origine o di altre persone, inclusi i figli, nelle dinamiche della coppia.

A fronte di questa eventualità esiste una versione romantica la quale sostiene l’idea che un amore forte dovrebbe resistere a tutte le intemperie.
In realtà sappiamo bene che tale resilienza della coppia è ben difficile da ottenere poiché prevede che entrambi i partner siano in grado di fronteggiare tutti gli ostacoli e le avversità che la vita pone sul loro cammino.

Dunque l’impresa di trovare una persona di cui innamorarsi e che si innamori di noi, per poi riuscire a mantenere e alimentare quest’amore nel tempo, rimane difficile da realizzare, pur non essendo impossibile.

L’amore infelice è sempre pronto a rovinare anche la più appassionata delle relazioni sentimentali trasformandola in un disamore tossico.

Tolstoj in Anna Karenina descrive perfettamente questo avvelenamento progressivo della coppia e la stessa protagonista Anna, lo esprime in una frase: “Il mio amore si fa sempre più appassionato ed egoistico, e il suo non fa che spegnersi, ecco perché ci dividiamo (…) andando irresistibilmente verso parti opposte”.

Gli esperti della terapia della coppia sostengono che fino a quando due partners litigheranno, resteranno insieme, e che proprio quando finiscono i conflitti ci si lascia. Amore e odio, come ci insegna Catullo in Odi et Amo, rappresentano un legame più forte del puro amore.

In ogni caso, è cosa davvero difficile sapere quando è arrivato il momento giusto di andarsene dalla vita di un’altra persona per poter trasformare la relazione giunta al termine, in un dolce ricordo piuttosto che in un’odiata consuetudine.

Sapere quando dire addio è l’arte della sofferenza ma anche dell’apprendimento.

In base ad un recente studio, il principale motivo per il quale ci si allontana e si conclude una relazione, è la sensazione di disuguaglianza nella coppia, dove i contributi di ciascun partner sono diversi e il costo in termini di dolore è troppo alto rispetto alla scarsità dei benefici.

“C’è sempre un momento in cui è necessario andarsene, sebbene non sappiate dove andare, sebbene i vostri piedi siano scalzi e le vostre mani vuote. Solo così concederete al vostro cuore di essere di nuovo felice.”

Amore e sofferenza, diversamente da come scriveva Catullo, e da come sostiene chi crede nell’amore romantico, non dovrebbero mai convivere in una relazione affettiva.

Un rapporto di coppia, come qualsiasi organismo vivente, attraversa continui cambiamenti che hanno la funzione, spesso utopica ma tuttavia auspicabile, di rafforzare il legame e conoscersi meglio, in modo tale che il rapporto possa continuare a fluire.

L’amore, pur essendo una scelta che facciamo in libertà, tuttavia spesso è una delle cause principali della sofferenza umana.

Per comprendere se andarsene sia l’unica scelta rimasta senza cadere in stati di forte dolore emotivo, è consigliabile saper dire addio in tempo utile per evitare il prolungarsi di situazioni velenose, naturalmente dopo aver valutato se il problema che ha condotto alla situazione attuale possa trovare una soluzione.

Purtroppo quando si genera uno squilibrio, solo una parte dedica la propria energia, il proprio entusiasmo e i propri sacrifici alla relazione, mentre l’altra si limita a ricevere senza ricambiare.

Provando a proiettare la vostra situazione attuale in un futuro lontano, immaginate che sarete felici se le cose rimarranno come sono attualmente?

Se la risposta è no, sarà necessario tirar fuori la forza per dire addio e chiudere quel capitolo doloroso della vostra vita.

Ma ora cerchiamo di individuare quali sono i pensieri che ci possono impedire di chiudere una relazione che si prospetta sempre più dolorosa:

  • Il mio amore servirà per entrambi (no, ogni relazione si basa sulla reciprocità)
  • Devo combattere per salvare la relazione (l’amore non è una guerra)
  • Devo dargli un’altra possibilità (proviamoci di nuovo)
  • L’altra persona cambierà (nessuno cambia per volere di qualcun altro per quanto lo si possa desiderare)
    E’ bene ricordare che non è l’amore ad essere cieco, ma piuttosto le nostre false illusioni, i nostri autoinganni ci possono rendere tali.

“In arte si è soliti rappresentare l’amore con una benda sugli occhi ed ali sulla schiena: la benda ci serve per non vedere gli ostacoli, ma fortunatamente abbiamo un paio d’ali per poterli evitare.”

Dovremmo imparare a difenderci dai nostri autoinganni, i quali oltre ad essere inadatti a salvare il rapporto, finiscono per indurci a perdonare più del dovuto dimenticando i nostri limiti e prolungando una sofferenza che mina la nostra autostima.

Soffrire per amore non è un atto eroico o romantico ma piuttosto una forma di autodistruzione.

Essere in coppia implica saper costruire e amare in modo tale che il dolore sia soltanto presente in rare circostanze.

Mai cadere nella psicotrappola che essere male accompagnati sia preferibile alla solitudine!

Se amiamo abbastanza noi stessi da sapere quando dire addio, la solitudine sarà preferibile ad una presenza che contrasta la nostra felicità e il nostro equilibrio interiore.

Amare non significa dare tutto in cambio di nulla, ma ritenersi meritevoli di rispetto e valorizzazione.

“Lasciarsi amare e amare è un’arte come ci insegna Eric Fromm nel suo “ L’arte di amare”, e come tutte le arti, se si vuole, può essere appresa fino a divenire l’abilità di coltivare un vero affetto.”

Bibliografia:
“Amore e disamore” – Giorgio Nardone, 2022
“La mente è meravigliosa” – Valeria Sabater, 2022
“L’arte di amare”  – Erich Fromm, 1957

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